Ritorno allo sport dopo ricostruzione del legamento crociato anteriore

Negli ultimi anni i criteri per determinare la ripresa delle attività sportive (RTS) dopo ricostruzione del legamento crociato anteriore (LCA) sono stati ampiamente discussi. Negli anni ’90, gli esperti consideravano prevalentemente un criterio temporale, con RTS a circa 6 mesi dopo la chirurgia. Successivamente, è stato suggerito un approccio con una combinazione di criteri funzionali e tempi maggiori (>9 mesi).
Nonostante il tempo sia fondamentale per il recupero funzionale e per la maturazione dell’innesto, il suo impatto sul rischio di un nuovo infortunio è molto discusso. Molti studi hanno indagato l’associazione tra tempo e rischio di nuovi infortuni, ma troppo spesso senza controllare l’aderenza alla riabilitazione e il livello di recupero dell’atleta al momento del RTS.
Dopo ricostruzione del LCA, i clinici definiscono un successo la prevenzione di nuovi infortuni, aspetto che influenza pesantemente le raccomandazioni sul tempo per il RTS. Di contro, gli atleti spesso definiscono un successo della chirurgia il RTS nel più breve tempo possibile, ponendo quindi il quesito se sia possibile raggiungere un rapido RTS senza aumentare il rischio di un nuovo infortunio.

Gli obiettivi di questo studio prospettico sono stati indagare 1) il livello degli atleti 2 anni dopo ricostruzione del LCA e i fattori che hanno influenzato la ripresa di sport con cambi di direzione, con enfasi particolare alle componenti della riabilitazione (es. aderenza al programma) e 2) l’associazione tra tempo per il RTS negli atleti che hanno soddisfatto criteri oggettivi e successivo rischio di un nuovo infortunio.

I 530 atleti inclusi nello studio dopo la chirurgia hanno partecipato ad un programma di riabilitazione supervisionato da un team di fisioterapisti specializzati nello sport e dedicati esclusivamente alla gestione delle lesioni del LCA. Il programma di riabilitazione è stato personalizzato in base agli obiettivi specifici di ogni atleta, monitorato da test regolari e obbligatori. Molti atleti hanno partecipato ad un programma di riabilitazione prima della chirurgia con l’obiettivo di recuperare l’escursione articolare, ridurre il gonfiore e migliorare la forza.
Il programma di riabilitazione post-operatorio è stato strutturato in 3 fasi (iniziale, intermedia e avanzata) e la progressione tra le fasi è stata determinata dal raggiungimento di criteri oggettivi prestabiliti (https://aspetar.com/en/professionals/aspetar-clinical-guidelines). Nella fase iniziale, l’obiettivo è stato gestire il gonfiore, ripristinare l’escursione articolare di ginocchio e attivare i muscoli dell’arto inferiore. Nella fase intermedia, l’enfasi è stata spostata al ripristino di forza, equilibrio e controllo motorio. Verso la fine di questa fase, sono stati inseriti programmi di ripresa della corsa e allenamento pliometrico. Nella fase avanzata, la riabilitazione è stata più sport-specifica.
Gli atleti sono stati valutati ogni 6 settimane fino al raggiungimento dei criteri oggettivi prestabiliti o all’interruzione della riabilitazione. I criteri oggettivi prestabiliti hanno incluso la valutazione clinica, la valutazione della forza, l’analisi del movimento e la somministrazione di misure di outcome riferite dal paziente. L’aderenza è stata valutata in base a 3 parametri: numero totale e frequenza settimanale delle sessioni di riabilitazione e numero di sessioni sport-specifiche.

I risultati dello studio hanno mostrato che l’aderenza al programma di riabilitazione ha avuto un impatto significativo sulla percentuale di RTS, mostrando una relazione dose-risposta positiva: più l’atleta progredisce nel programma di riabilitazione dopo ricostruzione del LCA, maggiore è la probabilità di riprendere sport con cambi di direzione. A 2 anni dopo la chirurgia, il 72% degli atleti ha ripreso la partecipazione sportiva. Il 90% circa di chi ha soddisfatto i criteri prestabiliti ha ripreso sport con cambi di direzione, con una probabilità sei volte maggiore di ripresa rispetto agli atleti che avevano interrotto il programma di riabilitazione. Tra gli atleti che hanno interrotto il programma di riabilitazione nella fase avanzata, il 70% ha ripreso le attività sportive, mentre solo il 50% di chi ha interrotto nelle fasi precedenti ha ripreso le attività. Il tempo per il RTS non ha impattato il rischio di un nuovo infortunio al ginocchio o al LCA.
Successo o fallimento della riabilitazione dopo ricostruzione del LCA dipendono dai contenuti del programma di riabilitazione e dall’aderenza dell’atleta. I risultati di questo studio rinforzano questo concetto, mostrando differenze significative nella percentuale di RTS in base ai livelli di aderenza.
Il raggiungimento di criteri oggettivi durante le fasi della riabilitazione e al momento del RTS sono importanti per raggiungere outcome ottimali, anche se non permette di garantire all’atleta di evitare un nuovo infortunio. Ad oggi, infatti, non esistono test di screening in grado di prevedere con certezza un infortunio sportivo o il livello di performance al RTS. È importante notare, comunque, che criteri e metodi di valutazione sono in continua evoluzione, con l’obiettivo di comprendere i contributi di differenti domini e parametri per ottimizzare gli outcome (es. performance e rischio di un nuovo infortunio).
Età inferiore, basso indice di massa corporea e punteggio Tegner maggiore prima dell’infortunio sembrano essere fattori positivamente associati con un RTS in tempi inferiori.
I risultati di questo studio suggeriscono che potrebbe non esserci differenza nel rischio di un nuovo infortunio al ginocchio tra la ripresa di attività sportive con cambi di direzione se effettuata prima o dopo i 9 mesi, ammesso che gli atleti abbiano soddisfatto i criteri oggettivi prestabiliti. Il tempo per il RTS è stato compreso in un range molto ampio (5-24 mesi), evidenziando come il recupero dopo la ricostruzione del LCA sia molto variabile e influenzato da numerosi fattori (es. età, motivazione, eventuali complicanze chirurgiche e aderenza al programma riabilitativo). Probabilmente “quando” avviene il RTS è meno importante di “come” l’atleta ritorna. Un tempo minimo e comunque sufficiente è sicuramente necessario, ma non rappresenta un fattore isolato per garantire un outcome ottimale.

In conclusione, l’aderenza a un protocollo di riabilitazione strutturato e personalizzato, con una progressione basata sul raggiungimento di criteri oggettivi prestabiliti è stato associato con percentuale inferiore di nuovi infortuni e alta probabilità di ripresa di sport con cambi di direzione. Il tempo necessario per il RTS potrebbe non avere un ruolo importante nell’insorgenza di nuovi infortuni al ginocchio negli atleti che soddisfano i criteri oggettivi prestabiliti.

Kotsifaki R, et al. Is 9 months the sweet spot for male athletes to return to sport after anterior cruciate ligament reconstruction? Br J Sports Med. 2025 Apr 24;59(9):667-675.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/40011017/

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