Valutazione e trattamento delle lesioni degli hamstring

Le lesioni degli hamstring sono molto comuni tra gli atleti e possono determinare una limitazione funzionale prolungata e un elevato rischio di recidiva. Le lesioni occorrono frequentemente durante la contrazione muscolare eccentrica. Il rischio di una lesione muscolare, tipica degli sport che richiedono rapide accelerazioni, è maggiore al termine della fase di oscillazione, poiché gli hamstring raggiungono la massima lunghezza e sono sottoposti a una contrazione eccentrica. Di contro, le avulsioni prossimali, frequenti negli sport con movimenti balistici, occorrono durante una contrazione eccentrica con anca flessa e ginocchio esteso.

La giunzione miotendinea è la sede di lesione più frequente. Le lesioni del ventre muscolare sono meno comuni, conseguenti in genere a traumi diretti. Le rotture complete sono rare e associate a tendinopatie preesistenti.

Il processo di guarigione prevede la rigenerazione muscolare e la formazione di tessuto fibrotico. La mobilizzazione precoce dopo la lesione può minimizzare la formazione di tessuto cicatriziale disorganizzato e ridurre il rischio di recidiva.

I fattori di rischio proposti includono il riscaldamento inadeguato, l’imbalance o la debolezza muscolare, una scarsa core stability, la fatica e la disidratazione. L’associazione tra flessibilità e lesione degli hamstring è controversa. Indubbiamente, il fattore di rischio più significativo è una precedente lesione (per la formazione di un tessuto cicatriziale debole) che aumenta la probabilità di una recidiva da 2 a 6 volte.

La maggior parte degli atleti riferisce un dolore acuto e improvviso nella regione posteriore della coscia, spesso associato a un “pop”, durante una rapida flessione di anca a ginocchio esteso, come nella corsa o nel salto. Alcuni atleti descrivono una rigidità degli hamstring progressiva., con episodi ricorrenti di lesioni di lieve entità. Le avulsioni prossimali possono provocare dolore in posizione seduta.

Nella valutazione clinica, è spesso osservabile una lieve ecchimosi; un’ecchimosi diffusa potrebbe indicare una lesione miotendinea di grado elevato o un’avulsione prossimale. Nelle lesioni del ventre muscolare, potrebbe essere palpabile un difetto. La palpazione è utile per localizzare la lesione, anche se una precisa localizzazione è spesso difficile per la profondità delle strutture muscolari, soprattutto prossimalmente. La valutazione dell’escursione articolare e della forza muscolare, confrontate con l’arto controlaterale, aiuta il clinico nel determinare la gravità.

Recentemente sono stati descritti test speciali di provocazione per valutare le lesioni muscolari e la tendinopatia degli hamstring, come ad esempio il Puranen-Orava test, il bent-knee stretch test, il bent-knee stretch test modificato.

È importante anche esaminare l’aspetto neurovascolare.

La radiografia è negativa, eccetto che nei casi con avulsione della tuberosità ischiatica. L’ecografia, oltre a fornire immagini ad alta risoluzione, ha il vantaggio di poter essere correlata direttamente alla valutazione clinica. L’ecografia è molto accurata in fase acuta per determinare la zona e l’entità della lesione muscolare. La risonanza magnetica definisce con precisione la sede e il grado di lesione, il numero di tendini coinvolti, il grado di retrazione e la cronicità, oltre che identificare avulsioni ossee prossimali e distali e valutare il grado di guarigione.

Le lesioni degli hamstring sono classificate, in relazione alla presentazione clinica in tre gradi. Il grado 1 (lieve) è caratterizzato da un overstretching con minima perdita dell’integrità strutturale dell’unità muscolotendinea; il grado 2 (moderato) presenta una lesione parziale e il grado 3 (severa) una rottura completa. In alternativa, le lesioni possono essere classificate in base alla sede anatomica, alle caratteristiche e alla gravità in fase acuta. Nessuna classificazione clinica è stata correlata con precisione con il tempo necessario per riprendere l’attività sportiva dopo una lesione muscolare.

I trattamenti conservativi delle lesioni muscolari degli hamstring sono spesso deludenti, con tempi di recupero spesso imprevedibili, elevato rischio di recidiva e spesso con un outcome scarso. Di conseguenza, sono sempre più studiate le nuove terapie biologiche, incluso i fattori di crescita, le cellule staminali, l’ingegneria tissutale e il platelet-rich plasma.

La prevenzione è fondamentale. Sono molto enfatizzati il rinforzo eccentrico, la correzione dell’imbalance muscolare e il miglioramento del controllo motorio.

Ahmad CS, Redler LH, Ciccotti MG, Maffulli N, Longo UG, Bradley J. Evaluation and management of hamstring injuries. Am J Sports Med. 2013 Dec;41(12):2933-47.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23703914

Se hai domande, suggerimenti o riferimenti a studi scientifici interessanti, condividili qui!