Ultramaratona e temporanea estrusione del menisco mediale

Alcuni studi hanno valutato i cambiamenti dei menischi dopo la corsa con risonanza magnetica (MRI), evidenziando solo modificazioni minori. Utilizzando l’ecografia (USI), è stata mostrata un’estrusione del menisco mediale (MME) funzionale, correlata a massa corporea, età e carico. Nonostante non sia chiaro, da una prospettiva clinica, se un’eccessiva MME sia causa o conseguenza di artrosi, la copertura del menisco mediale è importante per ridurre le sollecitazioni alla cartilagine. Le indagini con MRI, eseguita in genere in statica, potrebbero non essere appropriate per evidenziare i cambiamenti meniscali associati al carico. Di contro, l’USI ha il vantaggio di permettere una valutazione dinamica in posizione supina e in carico.

L’obiettivo di questo studio è stato valutare la MME dinamica con l’USI durante e dopo una ultramaratona e, di conseguenza, gli effetti di un carico estremo sul menisco mediale.

Sono stati inclusi in questo studio 17 partecipanti sani (età media 37.4, range 27–54 anni) del 2017 Gore-Tex® Transalpine Run. Il Gore-Tex® Transalpine Run è una ultramaratona in 7 stage, con una distanza totale di 270 km e un dislivello positivo di 16453 m.
La MME è stata valutata con USI dopo gli stage 1 (45 km), 3 (40 km) e 7 (34 km).

Il risultato più importante di questo studio è stato che il menisco mediale in atleti sani ha mostrato un’estrusione mediale in seguito a sollecitazioni estreme (da 2 mm due settimane prima della gara a 3.1 mm dopo lo stage 7, in carico), ma che questo cambiamento è stato completamente reversibile con 2 settimane di recupero (corsa senza competizioni). Di conseguenza, l’estrusione meniscale non deve sempre essere interpretato come un segno patologico nei soggetti sani.

La letteratura recente ha descritto una prevalenza elevata di alterazioni meniscali in atleti asintomatici, anche fino al 31%. Gli atleti di questo studio presentavano patologie meniscali nel 16.7% dei casi. Un’atleta femmina, età 40 anni, presentava una lesione orizzontale della porzione posteriore del menisco mediale. Rispetto al menisco sano, quello danneggiato non ha mostrato un recupero completo.

Nella letteratura recente, la MME valutata con MRI è correlata con le patologie meniscali e la progressione dell’artrosi, anche se sono descritti soggetti con estrusione del menisco senza segni di lesione. A differenza della valutazione con USI, l’analisi con MRI è in genere statica. Gli studi biomeccanici hanno mostrato un’estrusione fisiologica del menisco mediale sano. Per valutare questa estrusione, la valutazione dinamica con USI potrebbe essere migliore per comprendere la funzionalità del menisco. Inoltre, per le implicazioni cliniche, il carico dovrebbe sempre essere considerato durante la valutazione del MME.

Il carico conseguente ad una ultramaratona ha determinato una MME > 3, valore che è considerato patologico in base alla letteratura recente. Di conseguenza, questo cut-off di 3 mm potrebbe essere riconsiderato.

In sintesi, l’estrusione del menisco mediale, osservata come conseguenza dei carichi estremi di una ultramaratona in montagna, è un fenomeno temporaneo e reversibile negli atleti sani. Questo dato suggerisce che le capacità viscoelastiche del menisco permettono un adattamento ai carichi elevati.

Diermeier T, Beitzel K, Bachmann L, Petersen W, Esefeld K, Wörtler K, Imhoff AB, Achtnich A. Mountain ultramarathon results in temporary meniscus extrusion in healthy athletes. Knee Surg Sports Traumatol Arthrosc. 2019 Aug;27(8):2691-2697.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/30465096/

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