Specializzazione vs diversificazione sportiva nei giovani atleti

La “specializzazione sportiva” è definita come la partecipazione in un solo sport per 8 o più mesi all’anno, escludendo altri sport. Di contro, la “diversificazione sportiva” è la partecipazione in più di uno sport nel corso dell’anno.

I motivi di una specializzazione in un singolo sport sono molti, compresi le pressioni di allenatori e genitori, l’aspirazione a diventare un atleta professionista e la prospettiva di ottenere una borsa di studio universitaria.

La specializzazione sportiva è associata con l’esecuzione degli stessi gesti sportivi e spesso è concentrata su determinate aree muscoloscheletriche, con l’esclusione di altre, con l’obiettivo di ottimizzare la performance nello sport scelto. Questo comportamento può determinare infortuni acuto e da overuse, con conseguenze negative sulla specializzazione in giovane età. Il 20% degli infortuni nei soggetti più giovani si verificano nelle attività sportive. Partecipando in sport differenti, il rischio di infortunio può essere ridotto.

La diversificazione sportiva è associata con una riduzione del burnout, favorisce le relazioni sociali e migliora le capacità atletiche, come forza, velocità, resistenza e coordinazione, se confrontata con la specializzazione sportiva. La diversificazione sportiva ha due effetti importanti: migliora le abilità motorie fondamentali e riduce i movimenti ripetitivi, causando di conseguenza meno infortuni. L’aumento degli infortuni per la specializzazione sportiva è importante per numerosi motivi. Primo, rappresenta un costo sia per i genitori sia per le assicurazioni. Secondo, i giovani atleti che subiscono un infortunio hanno una probabilità maggiore di sviluppare una paura del movimento/di un nuovo infortunio e di abbandonare lo sport (il 20% dei giovani abbandona lo sport per infortunio). Terzo, gli atleti specializzati riferiscono meno frequentemente agli allenatori un disturbo; questo atteggiamento può portare ad un aggravamento del problema.

L’obiettivo di questa revisione sistematica con meta-analisi è stato determinare se la diversificazione sportiva determina una riduzione del rischio di infortunio associato allo sport, confrontata con la specializzazione sportiva.

Sono stati inclusi 6 studi, con 5736 giovani atleti, età media 14.6 anni (range 7-18 anni). Negli studi inclusi, la specializzazione o diversificazione sportiva è stata fatta utilizzando una classificazione auto-riferita o la scala di specializzazione a 3 voci. La scala di specializzazione a 3 voci chiede agli atleti di rispondere si o no alle seguenti domande: (1) hai abbandonato altri sport per concentrarti su un unico sport? (2) Consideri il tuo sport principale più importante degli altri sport? (3) Ti alleni più di 8 mesi all’anno nel tuo sport principale? Ogni risposta affermativa rappresenta 1 punto; un punteggio totale di 0 o 1 indica una diversificazione sportiva, 2 classifica l’atleta come “altro” e 3 come specializzato in uno sport. Gli sport indagati sono stati basket, soccer, volley, baseball, softball, tennis, atletica, football, wrestling, cheerleading, lacrosse e ginnastica. Tutti gli studi inclusi mostravano un’associazione significativa tra la specializzazione sportiva e una percentuale maggiore di infortuni, confrontata con la diversificazione sportiva. Gli infortuni più frequenti sono stati al ginocchio (come il dolore femororotuleo, la tendinopatia rotulea e la sindrome di Osgood-Schlatter), all’anca e all’arto superiore.

I risultati di questa revisione, in linea con quelli di revisioni pubblicate in precedenza, hanno mostrato una riduzione del rischio di infortuni associati allo sport nei giovani atleti con una diversificazione sportiva, confrontati con quelli che si specializzano in un singolo sport.

I giovani atleti specializzati in uno sport hanno una probabilità maggiore del 37% di subire un infortunio rispetto a quelli che diversificano gli sport

Nonostante esista la credenza che una specializzazione precoce aumenti la possibilità di diventare un atleta professionista e più competitivo, i dati presenti in letteratura non supportano questa ipotesi. Professionisti sanitari (medici e fisioterapisti), preparatori atletici e allenatori dovrebbero utilizzare questi risultati per rinforzare i numerosi benefici della diversificazione sportiva, compresa la riduzione del rischio degli infortuni.

Incoraggiare i giovani atleti a partecipare in differenti sport può ridurre il rischio di infortunio con il beneficio potenziale di una carriera sportiva più lunga e competitiva, oltre che diminuire le spese sanitarie

Carder SL, Giusti NE, Vopat LM, et al. The Concept of Sport Sampling Versus Sport Specialization: Preventing Youth Athlete Injury: A Systematic Review and Meta-analysis [published online ahead of print, 2020 Jan 21]. Am J Sports Med. 2020;363546519899380.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/31961703/

3 commenti

  • Samuele Passigli

    Quali sono le principali motivazioni nei giovani atleti che scelgono di specializzarsi in un singolo sport? Secondo i dati dello studio di Ahlquist et al. del 2020 (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32201707/), le principali motivazioni sono la passione per quello sport (33%), cercare di ottenere una borsa di studio universitaria (23%) e l’ambizione di diventare un atleta professionista (17%).
    Motivazioni per la specializzazione sportiva

  • Samuele Passigli

    Le raccomandazioni delle principali associazioni mediche (American Academy of Pediatrics, American Medical Society for Sports Medicine e American Orthopaedic Society for Sports) includono che:
    1) i giovani atleti non dovrebbero allenarsi in un singolo sport per più di 8 mesi all’anno;
    2) i giovani atleti non dovrebbero allenarsi per più ore alla settimana del numero dei loro anni di età.

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