Riabilitazione delle lesioni degli hamstring enfatizzando il rinforzo muscolare in posizione di allungamento

Samuele Passigli – Fisioterapista, MSc, OMT

 

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Le lesioni degli hamstring sono molto frequenti negli sport di corsa ad alta velocità e hanno un tasso di recidiva fino al 33%. L’esercizio Nordic hamstring è efficace nella prevenzione, ma è difficile da utilizzare durante la riabilitazione delle lesioni muscolari perchè richiede una produzione importante di forza. Inoltre, questo esercizio è effettuato con entrambi gli arti inferiori e l’arto sano potrebbe compensare l’arto infortunato. Ma, soprattutto, il Nordic hamstring non permette il rinforzo eccentrico in una posizione di allungamento muscolare, posizione nella quale si verificano la maggior parte delle lesioni muscolari. Durante la riabilitazione è quindi importante rinforzare gli hamstring in una posizione di allungamento, a livello sia del ginocchio sia dell’anca. Ciò può essere effettuato con un dinamometro isocinetico, con l’atleta seduto con l’anca flessa. In questa posizione è presente un allungamento sufficiente degli hamstring e la maggior parte degli individui, infatti, non è in grado di estendere completamente il ginocchio per la tensione muscolare passiva.
Gli obiettivi di questo studio sono stati 1) esaminare la forza isometrica in flessione di ginocchio dopo un programma di rinforzo eccentrico progressivo durante la riabilitazione per le lesioni degli hamstring e 2) documentare le recidive dopo la ripresa delle attività sportive.
Sono stati inclusi nello studio 50 atleti con diagnosi di lesione muscolare degli hamstring. I criteri di inclusione sono stati un meccanismo dell’infortunio consistente con una lesione acuta degli hamstring, dolore alla palpazione, dolore alla flessione resistita del ginocchio in posizione prona, dolore durante l’esecuzione dello straight leg raise test passivo e limitazione funzionale durante le attività sportive o nelle attività quotidiane. Le lesioni sono state classificate in grado 1, 2 e 3. La palpazione è stata utilizzata per classificare la sede di lesione longitudinalmente (prossimale, centrale e distale) e medio-lateralmente (mediale, centrale e laterale). Il livello sportivo è stato classificato come competitivo o amatoriale.
Tutti gli atleti hanno seguito un protocollo di riabilitazione composto da 3 fasi. L’assenza di dolore nell’esecuzione degli esercizi è stato il criterio utilizzato per la progressione alla fase successiva. L’obiettivo della fase 1 è stato di proteggere la guarigione del tessuto e minimizzare l’atrofia e la perdita di forza. L’obiettivo della fase 2 è stato ripristinare la contrazione massimale degli hamstring senza dolore in tutto l’arco di movimento e migliorare il controllo neuromuscolare di tronco e pelvi. L’obiettivo della fase 3 è stato aumentare la forza degli hamstring in posizione di allungamento e la ripresa delle attività sportive. I criteri per il ritorno allo sport sono stati 1) l’assenza di dolore durante la contrazione eccentrica massimale in posizione di allungamento e 2) l’assenza di dolore durante l’esecuzione delle attività sport-specifiche.
Il programma di riabilitazione proposto è stato efficace nel ripristinare la forza degli hamstring, in particolare in posizioni di allungamento muscolare, e nel prevenire le recidive. Infatti, gli atleti che hanno completato il programma di riabilitazione sono stati seguiti in media per 23 mesi dopo la ripresa delle attività sportive senza mostrare una nuova lesione muscolare. Le uniche recidive si sono verificate negli atleti che non hanno completato il programma.
 

Tyler TF, Schmitt BM, Nicholas SJ, McHugh M. Rehabilitation After Hamstring Strain Injury Emphasizing Eccentric Strengthening at Long Muscle Lengths: Results of Long Term Follow-up. J Sport Rehabil. 2015 Sep 9.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26356045

 

  • Nicola Sanna

    L’esercizio nordic hamstring eseguito tradizionalmente non mi ha convinto neanche in fase preventiva. Ho dimostrato video alla mano che molti calciatori professionisti esercitano la forza solo nei primi 30° (dove peraltro lo sforzo è minimo per motivi facilmente spiegabili con quattro calcoli) per poi lasciarsi cadere. Inoltre, come suggerisce Tyler, non è specifico, in quanto solitamente l’infortunio avviene negli ultimi gradi di estensione. Ho però studiato una soluzione che si è rivelata efficace: l’utilizzo di un cuneo a 30°. Dai video risulta che, modificato l’angolo di lavoro, gli atleti sono stati in grado di mantenere una buona velocità di esecuzione su gran parte dell’arco di movimento, e tutti sono stati in grado di eseguire le ripetizioni richieste. Nonostante la grande diffidenza iniziale, alla fine l’esercizio è risultato gradito ed efficace in termini preventivi. Non lo abbiamo utilizzato in fase di riabilitazione, perchè abbiamo avuto, nel periodo successivo e fino alla fine della stagione, un solo infortunio di hamstring che presentava fattori controindicanti tale esercizio.
    Mi farebbe piacere avere un riscontro su quanto esposto.
    Un saluto,

    Nicola Sanna

  • Samuele Passigli

    Ciao Nicola, grazie per il commento. Condivido ciò che hai scritto. In particolare, l’HNE si è mostrato efficace in fase preventiva, ma solo per gli atleti che non hanno subito una lesione muscolare. Non ho ben capito l’utilizzo del cuneo. E’ possibile vedere il video al quale fai riferimento?

  • Nicola Sanna

    Simone, purtroppo non posso inviarti i video, però ho ricavato due fotogrammi abbastanza chiari. Una volta identificato l’angolo preferito, ho fatto realizzare un cuneo in multistrato di legno. Lascia stare dettagli come scarpe slacciate, appoggio alla parete etc che sono poi stati migliorati sentendo le impressioni degli utilizzatori. L’angolo di esecuzione è più ampio per i soggetti non fortissimi; la velocità di esecuzione è modulabile, si evita l’effetto caduta; agli angoli “sensibili” si riesce ancora a lavorare. Sarei interessato al parere tuo e degli altri professionisti del settore, soprattutto se qualcuno l’ha già sperimentato in passato.

  • Samuele Passigli

    Grazie per le immagini. Non avevo mai pensato a questa modalità di esecuzione. Sembra interessante, ovvero immagino che con questo accorgimento sia possibile raggiungere un’estensione maggiore di ginocchio. Sicuramente non rappresenta ancora una posizione ottimale, ovvero una un rinforzo eccentrico degli H in posizione di allungamento, ma potrebbe rappresentare un’opzione migliore rispetto al NHE tradizionale.

  • matteo bonfanti

    E’ interessante, anche se forse è un po difficile da riprodurre..non ho capito bene se effettua l’esercizio su di un macchinario particolare creato appositamente o meno.

    E’ vero che il NHE non ha una posizione funzionale rispetto al movimento con il quale avvengono le lesioni, ma è anche vero che attualmente è uno dei pochi esercizi validati con anche una posologia che è risultato efficace nel ridurre le lesioni degli hamstring.

    Anche questo articolo è interessante, magari l’avete già letto: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Hamstring+exercises+for+track+and+field+athletes%3A+injury+and+exercise+biomechanics%2C+and+possible+implications+for+exercise+selection+and+primary+prevention.

    Propongono due esercizi eccentrici che sembrano più funzionali: hamstring catapult e Sprinter eccentric leg curl.

    Sarebbe interessante capire se la variante di Nicola è più efficace, potresti raccogliere qualche dato…

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