Programma di esercizi auto-dosato o prestabilito nella fasciopatia plantare

La fasciopatia plantare è uno dei disturbi muscoloscheletrici più frequenti. È spesso definita “fascite plantare”, ma per le caratteristiche istologiche la fasciopatia plantare persistente è considerata una tendinopatia. Questa condizione è caratterizzata da dolore intenso e localizzato che persiste per mesi o anni.

I pazienti riferiscono dolore ai primi passi al mattino o dopo l’inattività, dolore che migliora con il cammino e peggiora durante la giornata. I runner e i soggetti di età compresa tra i 40 e i 60 anni con uno scarso livello di attività e un elevato indice di massa corporea sono più a rischio di sviluppare questo disturbo.

Un approccio recente per la gestione della fasciopatia plantare è l’heavy-slow resistance training, che prevede contrazioni eseguite lentamente con carichi elevati. Questo training è spesso utilizzato in altre tendinopatie, come le tendinopatie rotulea e achillea. Evidenze preliminari hanno mostrato un effetto superiore dell’heavy-slow resistance training allo stretching nella fasciopatia plantare:

Rathleff MS, Mølgaard CM, Fredberg U, Kaalund S, Andersen KB, Jensen TT, Aaskov S, Olesen JL. High-load strength training improves outcome in patients with plantar fasciitis: A randomized controlled trial with 12-month follow-up. Scand J Med Sci Sports. 2015 Jun;25(3):e292-300.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25145882

Un dosaggio maggiore dell’esercizio terapeutico potrebbe determinare dei miglioramenti maggiori per un maggior stimolo meccanico e biologico, ma l’aderenza potrebbe essere ridotta per una scarsa auto-efficacia. Una strategia alternativa potrebbe essere incoraggiare il paziente ad essere responsabile della propria riabilitazione e di conseguenza aumentare il dosaggio dell’esercizio terapeutico attraverso una maggiore auto-efficacia.

L’obiettivo di questo RCT è stato confrontare l’efficacia di un programma di heavy-slow resistance training auto-dosato con un programma di heavy-slow resistance training prestabilito in soggetti con fasciopatia plantare.

I pazienti inclusi nello studio sono stati randomizzati in due gruppi. Entrambi i gruppi hanno ricevuto un’educazione standard (eziologia, fattori di rischio, importanza dell’esercizio terapeutico, etc.) e un supporto in silicone per il tallone. Un gruppo ha effettuato un programma di esercizi auto-dosato e l’altro un programma di esercizi con dosaggio prestabilito. I partecipanti del gruppo con dosaggio prestabilito sono stati informati dell’importanza di seguire nel modo più preciso possibile in programma, mentre ai partecipanti nel gruppo auto-dosato è stato detto di eseguire gli esercizi con il maggiore carico possibile (ma non superiore alle 8 ripetizioni massime) e che un numero maggiore di serie avrebbe aumentato la probabilità di ottenere un miglioramento. Ai partecipanti di entrambi i gruppi è stato detto che il dolore durante l’esecuzione degli esercizi non è associato ad un danno tissutale e di eseguire gli esercizi anche in presenza di dolore, se questo era tollerabile, con l’obiettivo di ridurre la paura del movimento. Ai partecipanti è stato richiesto di ridurre il livello dell’attività fisica e ripristinarla con gradualità in relazione ai sintomi. L’esercizio richiesto è stato un sollevamento sulle punte come descritto in precedenza nello studio di Rathleff et al. (2015). Gli esercizi sono stati eseguiti a giorni alterni per 12 settimane.

I risultati dello studio hanno mostrato che un programma auto-dosato non riduce il dolore in modo maggiore rispetto ad un programma prestabilito. Il programma auto-dosato non è stato associato a un dosaggio dell’esercizio maggiore. Entrambi i gruppi nello studio hanno avuto un miglioramento clinicamente rilevante del dolore, ma pochissimi pazienti hanno raggiunto un “Patient Acceptable Symptom State” (definito come il risultato valutato dal paziente come soddisfacente, senza la necessità di ulteriori trattamenti), indicando la necessità di migliorare i trattamenti per questo disturbo persistente.

Nonostante l’approccio auto-dosato sia stato utilizzato per aumentare l’auto-efficacia e il dosaggio dell’esercizio, i partecipanti nel gruppo sperimentale non hanno eseguito un numero maggiore di sessioni di allenamento o serie per sessione di allenamento rispetto al gruppo di controllo con un dosaggio prestabilito. Entrambi i gruppi hanno mostrato una buona aderenza al programma di esercizi.

Un programma di esercizi con dosaggio auto-dosato e un programma con dosaggio prestabilito sembrano quindi essere due differenti strategie per ottenere lo stesso risultato clinico.

Nonostante il miglioramento del dolore, pochissimi pazienti hanno ottenuto un Patient Acceptable Symptom State. Inoltre, i miglioramenti sono paragonabili a quelli presenti in studi precedenti che hanno valutato l’efficacia dei plantari, del taping, delle infiltrazioni di cortisone, delle infiltrazioni sham o dei plantari sham. Di conseguenza, i miglioramenti osservati in questo studio potrebbero essere la conseguenza della regressione verso la media dei sintomi, dell’utilizzo del supporto per il tallone in silicone e/o per l’educazione del paziente. Questi risultati evidenziano la necessità di approfondire l’efficacia dell’heavy-slow resistance training nella gestione della fasciopatia plantare. È possibile che i pazienti non abbiano utilizzato un carico sufficiente per determinare un adattamento.

I programmi di carico per le tendinopatie sono in genere caratterizzati da un dosaggio dell’esercizio prestabilito, ma i risultati di questo studio mostrano che non esiste probabilmente la necessità di un protocollo standardizzato. Il fisioterapista sceglierà la modalità preferita dal paziente.

Riel H, Jensen MB, Olesen JL, Vicenzino B, Rathleff MS. Self-dosed and pre-determined progressive heavy-slow resistance training have similar effects in people with plantar fasciopathy: a randomised trial. J Physiother. 2019 Jul;65(3):144-151.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31204294

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