La manipolazione viscerale influenza gli outcome nel LBP?

Andrea Giannini – Fisioterapista, Osteopata (Escuela de Osteopatia de Madrid)

 

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Il low back pain (LBP) è uno dei disturbi maggiormente indagati per la sua diffusione nella popolazione e i limitati risultati che spesso appaiono in seguito agli interventi maggiormente raccomandati. E’ possibile che sia necessario combinare nuovi approcci alle procedure già esistenti ed applicate.
Le tecniche di mobilizzazione viscerale non fanno parte del percorso formativo di un fisioterapista, ma riscuotono molto interesse nei corsi post-graduate, sebbene le evidenze scientifiche che la supportino siano ancora molto scarse.
Il razionale terapeutico di questo approccio spinge a pensare che una riduzione di movimento tra gli organi interni e i loro tessuti di sostegno potrebbe scatenare o aggravare i sintomi LBP.
Il meccanismo con cui un dolore viscerale provoca un riferimento a strutture somatiche potrebbe verificarsi attraverso afferenze simpatiche che trasmettono i segnali dai visceri convergendo con i nervi somatici del corno dorsale. A causa della bassa percentuale di afferenze somatiche che entrano nel corno dorsale e in seguito al fatto che i recettori viscerali non inducono la percezione cosciente, l’input nocicettivo viscerale può essere interpretato come derivante da strutture somatiche.
L’attivazione dei nocicettori viscerali può contribuire quindi alla sensibilizzazione centrale. Possono essere stimolati da un ambiente alterato nella sua funzionalità o da alterata motilità del sistema gastrointestinale o urinario senza che si manifesti una patologia clinicamente rilevante.
Come le manipolazioni viscerali possano avere un effetto sul dolore non è ancora chiaro. Una ipotesi è che da un trattamento manuale specifico della fascia di supporto delle cavità interne dell’addome moduli il segnale viscerale, riducendo gli input nocicettivi che entrano nel midollo spinale permettendo ai neuroni ipersensibilizzati di tornare ad un normale stato di eccitazione.
Pertanto, è possibile che in alcuni pazienti i disturbi viscerali contribuiscano sia allo sviluppo sia al mantenimento del LBP laddove le terapie standard non si siano rivolte direttamente ai visceri (e alla fascia circostante).
In questo studio si è cercato di indagare se l’aggiunta della manipolazione viscerale alla fisioterapia, per il trattamento del LBP, migliori il dolore e gli outcome funzionali.
I pazienti inclusi nello studio sono stati tutti sottoposti a 6 settimane di rieducazione funzionale che includeva le stesse procedure di valutazione, esercizi di retraining della muscolatura del tronco e di rieducazione funzionale e trattamento manuale topico. Alcuni pazienti hanno poi subito tecniche di mobilizzazione viscerale leggera o profonda in base alla mobilità viscerale percepita dall’operatore.
Quello che si è potuto notare è stato come nel breve termine non ci sia un vantaggio ad utilizzare tecniche viscerali in questa categoria di pazienti. Rimangono invariati tra i due gruppi i risultati sugli outcome funzionali anche dopo la cinquantaduesima settimana, mentre il dolore percepito, dopo lo stesso lasso di tempo, presenta una diminuzione significativa nel gruppo dove erano state applicate le manipolazioni viscerali.
Il clinico dovrebbe prendere in considerazione la mobilizzazione viscerale come contributo al trattamento base nel LBP soprattuto nei pazienti che presentano diagnosi mediche di disturbi internistici (come sindrome colon irritabile o dismenorrea) attendendosi comunque un vantaggio sul lungo termine e unicamente legato alla percezione del dolore.
 

Panagopoulos J, Hancock MJ, Ferreira P, Hush J, Petocz P. Does the addition of visceral manipulation alter outcomes for patients with low back pain? A randomized placebo controlled trial. Eur J Pain. 2014 Nov 7.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25378096

 

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