Il sonno è il nuovo trattamento per il dolore?

Dolore cronico e sonno insufficiente rappresentano problemi di salute importanti e in aumento, ma la loro correlazione è ancora poco indagata. Una scarsa qualità del sonno è riscontrabile fino al 90% dei casi di dolore cronico ed è associata con l’intensità dei sintomi. Ad esempio, un sonno insufficiente è un fattore predittivo di aumento clinicamente rilevante il giorno successivo dei sintomi della lombalgia e, se sono presenti specifici profili immunitari, di passaggio da dolore acuto a cronico. Questi aspetti favoriscono l’ipotesi che le strategie la gestione del sonno possano essere utili per migliorare, e in alcuni casi prevenire, il dolore cronico.

Una possibile spiegazione è la capacità di un sonno insufficiente di stimolare i meccanismi dell’infiammazione che sensibilizzano il sistema nervoso centrale e periferico amplificando i sintomi. Le differenti fasi del sonno regolano in modo differente i livelli notturni dei fattori infiammatori (ad esempio e citochine), ponendo le basi per i livelli infiammatori durante il giorno. Qualità e quantità del sonno disturbate possono attivare una “risposta allo stress”, con aumento dei livelli di citochine pro-infiammazione durante il giorno piuttosto che durante la notte. Periodi ripetuti o persistenti di alterazione del sonno possono portare ad attivazione eccessiva e mantenuta di questa risposta infiammatoria, con un’infiammazione sistemica cronica. Nonostante queste conoscenze, nessuno studio ha ancora indagato e confermato queste associazioni tra sonno e peggioramento o cronicizzazione del dolore. Inoltre, sarà di estrema importanza comprendere gli effetti dei miglioramenti del sonno sul dolore.

Un ostacolo importante per comprendere l’impatto del sonno sul dolore è che i metodi per valutare in modo accurato la qualità del sonno sono poco pratici per un uso domestico (ad esempio, la polisonnografia, considerata il gold standard) e richiedono attrezzature che limitano comodità, movimento e, di conseguenza, la stessa qualità del sonno. Di conseguenza, gli studi effettuati nel “mondo reale” usano spesso questionari compilati direttamente dal paziente, con una visione soggettiva della qualità del sonno e limitata per quanto riguarda architettura (durata delle singole fasi del sonno) e frammentazione (quantità, durata e frequenza dei risvegli). Un’alternativa è rappresentata dai dispositivi indossabili (es. smartwatch) che, tramite sensori per il monitoraggio di segnali fisiologici, sono in grado di tracciare qualità e quantità del sonno. Nonostante siano strumenti promettenti, le loro misurazioni devono ancora essere validate per usi clinici e di ricerca.

Una strategia che ha mostrato efficacia per migliorare sonno e dolore è la terapia cognitivo-comportamentale per l’insonnia. L’insonnia è il disturbo del sonno più frequente e il 50% di chi soffre di insonnia riferisce dolore cronico. Le strategie per migliorare il sonno possono avere inoltre un beneficio ulteriore se associate a strategie importanti come l’esercizio fisico. L’esercizio fisico è ancora più importante negli individui con dolore che non possono modificare le loro abitudini di sonno (ad esempio legate a situazioni lavorative).

Klyne DM, Hall M. Is sleep the new treatment for pain? Two issues need resolving before deciding. Sleep. 2024 Apr 18:zsae089.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38632974/

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