Esecuzione del 4-way range of motion test dopo un trauma acuto al gomito

L’1% degli accessi in pronto soccorso è caratterizzato da infortuni traumatici a livello di gomito. Negli ultimi anni la letteratura scientifica a evidenziato un certo grado di correlazione tra livello di limitazione dell’escursione di movimento attiva (AROM) e anomalie radiografiche a livello di gomito.

L’obiettivo di questo studio è stato verificare la possibilità che il “4-way range of motion test” sia in grado d’intercettare i soggetti che, pur essendo vittime di traumi al gomito, non necessitano di radiografie. Se, elaborando i risultati ottenuti durante l’esame obiettivo, fosse possibile identificare quali pazienti presentano un basso rischio di frattura, una buona parte di queste radiografie potrebbe essere evitata in sicurezza. Ciò farebbe risparmiare al paziente tempo, denaro e radiazioni ionizzanti non necessarie. La previsione di radiografie inutili potrebbe anche ridurre la durata della degenza al pronto soccorso e facilitare la ripresa delle attività lavorative del paziente.

La letteratura scientifica è ricca di tentativi di definizione di Clinical Prediction Rule in questa direzione. Tuttavia, la gran parte degli studi pubblicati non includono la necessaria procedura di somministrazione di radiografie che dovrebbe includere tutti i pazienti a prescindere dal risultato della valutazione clinica.

Il test somministrato in questo studio è molto semplice nella sua esecuzione. Il paziente è chiamato a effettuare movimenti di gomito quali: flessione (almeno 90°), estensione (completa) e prono-supinazione (almeno 180°). L’impossibilità di raggiungere anche uno solo di questi parametri di movimento aumenterebbe la probabilità di anomalie radiografiche. A tutti gli individui arruolati sono state somministrate radiografie standard nelle proiezioni laterali e anteroposteriori. Il risultato atteso principale (o variabile dipendente) era una frattura o un versamento articolare o entrambi (anterior sail sign, posterior fat pad sign).

L’associazione tra esame obiettivo e referti radiografici è stata eseguita per determinare l’utilità prognostica del “4-way range of motion test”. In particolare gli autori hanno cercato di capire quanto un test positivo sia in grado di prevedere segni radiografici anomali (valore predittivo positivo) e quanto un test negativo sia capace di prevedere esami radiografici normali (valore predittivo negativo).

Sono stati valutati 251 pazienti che si sono rivolti a 3 diversi centri di medicina d’urgenza americani coinvolti nello studio. Tutti i soggetti sono stati sottoposti a controllo radiografico.

Tra questi 92 (36,7%) hanno evidenziato un AROM completo, 159 (63,3%) AROM limitato. All’esame radiografico, 152 (60,2%) pazienti hanno mostrato radiografie negative, mentre 99 pazienti (39,4%) hanno evidenziato anomalie radiografiche che nello specifico si sono concretizzate in 75 fratture e 24 segni di versamento post traumatico. I pazienti con AROM limitato avevano una probabilità maggiore di avere una frattura rispetto a quelli che avevano un AROM normale (62% Vs 1%, p <.001). L’analisi dei risultati evidenzia inoltre che i soggetti con 2 parametri di movimento limitato avevano una maggior probabilità di radiografie positive rispetto a quelli con un solo parametro di movimento limitato (70% Vs 40%, p <.001). Il 4-way range of motion test presenta una sensibilità del 99% e una specificità del 60%.

Questo studio prospettico ha rilevato che un risultato positivo del 4 way range of motion test è altamente sensibile per l’identificazione di radiografie anormali in pazienti con infortuni acuti di gomito. Di contro, quasi tutti i pazienti (99%) con AROM normale non presentano segni di edema intra-articolare o fratture radiograficamente evidenti. Inoltre, nessun paziente con 4 way range of motion test negativo ha ricevuto indicazioni di tipo chirurgico (valore predittivo negativo del 100%).

Vinson DR, Kann GS, Gaona SD, Panacek EA. Performance of the 4-way range of motion test for radiographic injuries after blunt elbow trauma. Am J Emerg Med. 2016 Feb;34(2):235-9.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/26597495/

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