Epidemiologia, caratteristiche cliniche e severità degli infortuni a esordio graduale nei ciclisti amatoriali

La partecipazione di massa su base locale a eventi sportivi e di resistenza, come il ciclismo, è incoraggiata come parte di uno stile di vita sano ed è stata osservata una crescita sostanziale dei partecipanti in Sud Africa ad eventi come l’annuale Cape Town Cycle Tour (CTCT) di 109 km o gare di mountain bike a più tappe (Cape Epic, Wines to Whales).

Gli infortuni nel ciclismo possono essere costituiti da lesioni acute/traumatiche causate da cadute oppure possono essere caratterizzate da un esordio più graduale. Con l’aumento della popolarità del ciclismo, potrebbe esserci un aumento del numero di infortuni sia tra i ciclisti dilettanti che professionisti. Gli infortuni a insorgenza graduale (GOI) nel ciclismo sono associati a sessioni di allenamento lunghe e ripetitive, secondo alcuni autori la prevalenza di questi infortuni tra i ciclisti può raggiungere l’85%.

L’epidemiologia dei GOI nei ciclisti non è ben descritta. Una revisione risalente al 2006 riportava che i GOI nei ciclisti colpiscono principalmente ginocchio, caviglia, schiena, collo/spalla, mani/polsi e glutei/perineo. Più recentemente, uno studio ha indagato l’epidemiologia dei GOI tra i ciclisti professionisti che frequentavano i training camp: dolore lombare, dolore anteriore di ginocchio e dolore a collo/spalla sono risultati essere i GOI più frequentemente riportati. I ciclisti amatoriali costituiscono il maggior numero di ciclisti, ma ci sono pochi studi che riportano l’epidemiologia dei GOI in questa popolazione. In uno studio, dolore ai glutei, infortuni al ginocchio, in particolare dolore femororotuleo, e dolore a collo/spalla erano comuni tra i ciclisti amatoriali durante un tour in bicicletta di 5 o più giorni. In uno studio più recente, l’88% dei ciclisti amatoriali che avevano partecipato a una sfida ciclistica di 1 giorno di 94,7 km ha riportato un GOI, con collo, schiena, mano/polso e glutei/perineo le aree anatomiche più comunemente colpite. Tuttavia, è difficile confrontare tra gli studi i dati sulle caratteristiche cliniche, inclusa la gravità, dei GOI nei ciclisti a causa delle differenze metodologiche nella registrazione dei GOI e delle differenze nelle popolazioni ciclistiche studiate, ad esempio ciclisti professionisti e amatoriali differiscono in modo significativo in termini di esposizione ciclistica annuale, storia di allenamento e selezione delle attrezzature. Altri studi epidemiologici sui GOI nei ciclisti su strada si riferiscono principalmente ad attività ricreative o di trasporto.

Attualmente si sa poco dei GOI negli eventi ciclistici a partecipazione di massa che attraggono ciclisti amatoriali, nonostante il fatto che i GOI siano molto comuni, pertanto lo scopo di questo studio è stato descrivere l’epidemiologia (prevalenza una tantum, incidenza annuale retrospettiva), caratteristiche cliniche (regione anatomica principale e siti anatomici specifici interessati, prevalenza di specifici GOI comuni e descrizione per tipo di tessuto interessato) e gravità (durata dei sintomi e grado di severità) nei ciclisti amatoriali che hanno partecipato a un grande evento ciclistico di comunità. Questo studio trasversale descrittivo fa parte di una serie di studi SAFER (Strategies to reduce Adverse medical events For the ExerciseR) attualmente in corso.

Un totale di 35.914 ciclisti ha partecipato alla Cape Town Cycle Tour (CTCT) di 109 km nel 2016 e 21.902 ciclisti hanno dato il consenso informato all’uso dei propri dati a fini di ricerca. La popolazione finale dello studio è stata di 21.824 soggetti (60,8% di tutti i partecipanti alla gare ciclistica). Tutti i partecipanti alla gara hanno completato un questionario medico on line sviluppato specificamente per fornire informazioni allo staff medico al fine di migliorare l’assistenza medica il giorno dell’evento. La sezione principale dello strumento di screening medico era basata sulle linee guida per valutazione cardiovascolare di soggetti di mezza età/anziani impegnati in attività sportive nel tempo libero. A queste sono state aggiunte ulteriori domande specifiche per complicazioni mediche comuni durante il ciclismo, con quesiti riguardo allenamento e storia medica, inclusi episodi di traumi acuti e GOI (attuali o negli ultimi 12 mesi). Nonostante il tasso di risposta accettabile, l’analisi statistica ha evidenziato che nella popolazione dello studio c’erano significativamente più ciclisti di età maggiore di 50 anni e una maggior percentuale di ciclisti uomini rispetto a tutti i partecipanti alla gara.

Cape Town Cycling Tour

I risultati principali di questo studio sono stati:
1) il 2,8% dei ciclisti amatoriali ha riportato un GOI nella propria carriera ciclistica (circa 1 ciclista su 35), con un’incidenza annuale del 2,5% e una prevalenza puntuale dell’1,1% al momento dell’iscrizione alla gara;
2) l’arto inferiore era il più comunemente colpito da GOI (43,4%), seguito da arto superiore (19,8%), regione lombare (11,5%) e anca/inguine/bacino (10,7%);
3) i tre siti anatomici specifici più colpiti da GOI erano ginocchio (26,3%), spalla (13%) e regione lombare (11,5%), il GOI specifico più comunemente riportato era dolore anteriore di ginocchio/dolore femororotuleo (14,2%);
4) il 55% dei GOI erano lesioni dei tessuti molli (muscoli, tendini, legamenti e nervi);
5) quasi il 50% dei ciclisti con un GOI ha riportato una durata dei sintomi maggiore di 12 mesi;
6) quasi il 60% dei GOI di anca/inguine/bacino, testa, collo e viso e regione lombare sono stati segnalati come caratterizzati da una durata dei sintomi maggiore di 12 mesi;
7) più del 37% dei GOI erano abbastanza severi da ridurre o impedire l’attività in bicicletta (Grado III e IV).

L’incidenza annuale riferita dei GOI varia tra 17 e 88%; questa grande variabilità tra i diversi studi può essere attribuita ai seguenti fattori: popolazione, bassi tassi di risposta con potenziale bias di selezione in molti studi e variazioni nelle definizioni di GOI utilizzate. In questo studio è stata usata una definizione di GOI come infortuni “abbastanza severi da interferire con il ciclismo o richiedere un trattamento, ad esempio utilizzare farmaci o consultare un medico o un professionista sanitario”. Per la presenza di queste differenze metodologiche, gli autori suggeriscono che venga sviluppato un consenso per standardizzare definizioni e metodi di segnalazione dei GOI nei ciclisti, sulla base delle linee guida di consenso del CIO sui metodi per la registrazione e la comunicazione di dati epidemiologici su infortuni e malattie nello sport.

La regione anatomica principalmente affetta da GOI è l’arto inferiore, ma questo studio ha riportato maggiore interessamento dell’arto inferiore e minore della regione lombare rispetto ad altri studi, probabilmente per differenze tra livello di esperienza tra ciclisti amatoriali esaminati in questo studio e ciclisti professionisti in altri studi o altre differenze al momento poco chiare.

Questo studio è stato di tipo descrittivo e quindi non sono state indagate le possibili cause per le quali il ginocchio è il sito specifico più colpito da GOI (dolore anteriore di ginocchio/dolore femororotuleo e sindrome della bandelletta ileotibiale). Ci sono molti fattori che possono causare GOI a carico del ginocchio, inclusi applicazione ripetuta di forze, fattori biomeccanici dell’arto inferiore quali malallineamento anatomico o alterazioni del tracking rotuleo, squilibrio muscolare e altri elementi che possono modificare la risposta dei tessuti ai carichi meccanici ripetuti e il tasso di guarigione dei danni microscopici e che necessitano di essere esplorati in studi futuri.

La frequenza dei GOI rispetto al tipo di tessuto riscontrata da questo studio è coerente con quella di altri studi. Il ciclismo non è associato a forze elevate di impatto verticale e cambiamenti nell’accelerazione che caratterizzano altri sport, ad esempio la corsa, quindi le lesioni ossee a insorgenza graduale sono meno comuni nel ciclismo e la maggior parte delle lesioni riguardano i tessuti molli (principalmente muscoli, tendini e legamenti) dove avvengono la generazione e il trasferimento della forza. Lesioni nervose a insorgenza graduale possono essere il risultato di una compressione prolungata (ad esempio sedere sulla sella) o di trazione (ad esempio nel polso). Purtroppo il confronto diretto tra le frequenze dei GOI e i tipi di GOI tra questi studi è ancora una volta limitato dalle differenze metodologiche.

Esistono differenze nella classificazione della severità dei GOI tra i diversi studi e in questo studio la frequenza di GOI più gravi è più alta rispetto a lavori precedenti nei ciclisti amatoriali, ma simile nei ciclisti professionisti. La principale regione anatomica in cui sono stati riportati i GOI più gravi sono arto inferiore, testa, collo e viso e regione lombare, risultato simile a quelli di alcuni ma non tutti gli studi, probabilmente perché la variabilità nella definizione di infortuni “più severi” rende difficile il confronto.

Un nuovo riscontro di questo studio è che quasi il 50% dei ciclisti con GOI ha riferito una durata dei sintomi maggiore di 12 mesi e che le principali regioni anatomiche in cui questa durata dei sintomi è comune sono anca/inguine/bacino, testa, collo e viso e regione lombare. La ragione precisa della durata prolungata dei sintomi non è chiara e non è stata indagata, in parte può essere dovuta alla definizione di GOI utilizzata in questo studio, che include infortuni più severi. Tuttavia, è anche probabile che ci siano molti altri fattori in gioco, incluso il fatto che questi ciclisti non abbiano richiesto attenzione in caso di sintomi lievi che variano in severità, che sia stata fatta una diagnosi errata o che il trattamento non sia stato efficace con conseguente ricorrenza dei sintomi. Inoltre, nei casi di dolore cronico, gli autori riconoscono che il dolore nociplastico/algopatico/nocipatico (centralizzazione del dolore) può svilupparsi dopo la lesione e questo può anche contribuire ai sintomi cronici nelle lesioni a insorgenza graduale. Un ulteriore fattore può essere che più del 64% dei partecipanti aveva più di 40 anni. Sono quindi necessarie ulteriori ricerche per determinare le ragioni precise della durata prolungata dei sintomi.

In conclusione, questo studio ha riportato nuovi dati sull’epidemiologia, le caratteristiche cliniche e la gravità dei GOI in un ampio campione di ciclisti amatoriali che si preparano per un evento ciclistico di un giorno. Circa 1 ciclista amatoriale su 35 riferisce di aver sofferto di un GOI sufficientemente grave da interferire con il ciclismo o richiedere cure o consultare un medico o un professionista sanitario. Questi GOI interessavano principalmente ginocchio, regione lombare e spalla e più del 37% degli infortuni erano abbastanza gravi da influenzare l’allenamento e la competizione. Secondo gli autori è preoccupante che quasi il 50% dei ciclisti con GOI riferisca una durata dei sintomi superiore ai 12 mesi, per cui viene suggerito che ulteriori ricerche dovrebbero concentrarsi sulla determinazione dei fattori di rischio correlati ai GOI nei ciclisti amatoriali per progettare e implementare programmi efficaci di prevenzione degli infortuni e viene raccomandata anche la formazione dei professionisti sanitari su appropriati diagnosi e trattamento dei GOI.

du Toit F, Schwellnus M, Wood P, Swanevelder S, Killops J, Jordaan E. Epidemiology, clinical characteristics and severity of gradual onset injuries in recreational road cyclists: A cross-sectional study in 21,824 cyclists – SAFER XIII [published online ahead of print, 2020 Aug 23]. Phys Ther Sport. 2020;46:113-119.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32911361/

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