È possibile trasferire le capacità acquisite con il running retraining alla corsa su terreno?

Un vertical loading rate (VLR) elevato è considerato un fattore biomeccanico di rischio per l’insorgenza di un infortunio associato alla corsa. È stata mostrata un’associazione tra il VLR e il picco di stress tibiale. Dato che la misurazione del VLR richiede una pedana di forza molto costosa, il picco di shock tibiale è frequentemente utilizzato come biofeedback nel running retraining per ridurre la forza di impatto, durante il contatto iniziale al suolo, nei runner.

Alcuni studi hanno mostrato una positiva riduzione del VLR e del picco di shock tibiale, dopo programmi di running retraining, nella corsa su treadmill, anche se non è chiara la capacità dei runner di trasferire i nuovi schemi di corsa appresi dal treadmill alla corsa su terreno, soprattutto in condizioni di salita e discesa.

L’obiettivo di questo studio è stato valutare il picco di shock tibiale nella corsa su treadmill e su terreno con pendenze differenti prima e dopo un programma di running retraining su treadmill.

Sono stati inclusi nello studio 15 runner amatoriali. Il picco di shock tibiale è stato misurato, nelle varie condizioni, utilizzando un accelerometro wireless posizionato sull’aspetto anteromediale della tibia distale. La valutazione pre-training della corsa è stata effettuata sia su treadmill sia su terreno. Durante la valutazione in entrambe le condizioni, ai runner è stato chiesto di correre alla velocità preferita in 3 differenti condizioni: corsa in pianura (LR), corsa in salita al 10% (UR) e corsa in discesa al 10% (DR).

Successivamente, i partecipanti hanno effettuato un programma di running retraining di 8 sessioni in 2 settimane. Durante la corsa, i dati relativi al picco di shock tibiale sono stati mostrati continuamente su uno schermo. Ai runner è stato chiesto di correre mantenendo il picco di shock tibiale al di sotto di una linea che indicava l’80% del picco medio valutato nel pre-training. Ai runner era concesso di correre anche su terreno, per mantenere il loro chilometraggio settimanale, ma cercando di mantenere il nuovo schema di corsa appreso.

Una valutazione post-training, con una procedura identica a quella utilizzata nella valutazione pre-training, è stata effettuata entro una settimana dal termine del programma di running retraining.

I risultati dello studio hanno mostrato una riduzione significativa del 28.5% del picco di shock tibiale dopo il programma di running retraining nell’80% dei runner (ovvero, i runner presentavano un appoggio al contatto iniziale al suolo più “morbido”). I runner sono stati in grado di ridurre il picco di shock tibiale durante la corsa su treadmill nelle condizioni di UR e DR e su terreno pianeggiante, ma non sono stati in grado di trasferire gli schemi appresi nella corsa su terreno nelle condizioni di salita e discesa.

La corsa su terreno con salite e discese richiede un trasferimento motorio a due livelli: 1) dal treadmill al terreno, 2) da una superficie pianeggiante (quella utilizzata su treadmill durante il programma di running retraining) a una superficie con pendenze (salite e discese). La maggiore complessità del compito motorio può limitare la capacità di trasferire le nuove abilità apprese con il programma di running retraining. Di conseguenza, sono probabilmente necessarie delle modifiche ai programmi di running retraining comunemente proposti e utilizzati nella ricerca, ad esempio con variazioni di velocità e pendenze, per favorire la ritenzione delle abilità acquisite e la capacità di trasferire gli effetti appresi da treadmill a terreno.

Zhang JH, Chan ZYS, Au IPH, An WW, Cheung RTH. Can runners maintain a newly learned gait pattern outside a laboratory environment following gait retraining? Gait Posture. 2019 Jan 10;69:8-12.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/30658313


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