Dolore femororotuleo: il vissuto dei pazienti

Il dolore femororotuleo (PFP) è un disturbo caratterizzato da dolore nella regione anteriore di ginocchio, provocato o aggravato da attività in carico a ginocchio flesso. Può limitare le attività sociali, lavorative e sportive. Nella gestione del PFP sono considerati principalmente i fattori biomeccanici associati a questo disturbo, ma la prognosi è spesso scarsa, con una percentuale elevata di individui che continua a riferire sintomi persistenti nel lungo termine.
Per migliorare l’outcome è stato proposto un approccio biopsicosociale, e non un modello biomeccanico, con attenzione alla persona e non solo all’articolazione dolorosa e alla comprensione del vissuto personale del paziente.

L’obiettivo di questo studio qualitativo è stato esplorare l’esperienze dei pazienti in relazione alla diagnosi e alla gestione del PFP.

Sono stati intervistati 12 individui con PFP con sintomi presenti in media da circa 4 anni. L’intervista ha indagato 3 aspetti: il valore della diagnosi, la necessità di un trattamento personalizzato e l’importanza di un processo educativo.

L’analisi delle risposte ha mostrato che i pazienti con PFP ricercano una diagnosi, ma questa è formulata o discussa raramente. Come mostrato in studi precedenti, l’assenza di una diagnosi genera incertezza e frustrazione e rappresenta una barriera percepita dai pazienti. La diagnosi è percepita come un passaggio fondamentale per “risolvere” il PFP in un modello lineare di cura diagnosi-trattamento. Secondo i partecipanti, la diagnosi “legittima” il dolore e le indagini diagnostiche aiutano la prognosi. Un’incapacità nel comprendere la natura del dolore e le relative cause può influenzare negativamente le strategie di coping e le risposte emotive. Ansia, depressione e paura del movimento sono spesso fattori associati al PFP e correlati al dolore e alle limitazioni funzionali. I pazienti con PFP pretendono una diagnosi, ma hanno difficoltà ad accettare che i fattori psicosociali rappresentano un contribuente importante al dolore e riportano poco supporto a riguardo.
Nonostante le evidenze recenti raccomandino un approccio biopsicosociale, la gestione del PFP riferita dai pazienti è prevalentemente biomedica. Questo aspetto potrebbe essere la conseguenza di una scarsa confidenza dei fisioterapisti nella gestione degli aspetti psicosociali.

L’esercizio terapeutico è la principale strategia di trattamento nel PFP riportata dai recenti consensus statement ed è il trattamento dominante riferito dai pazienti, ma con modalità e outcome variabili. I pazienti che ricevono esercizi personalizzati, con supporto e correzioni dal fisioterapista, riprendono più facilmente le attività sportive, come la corsa. Purtroppo molti pazienti non ricevono un programma di trattamento personalizzato e non riferiscono un miglioramento del dolore. I pazienti desiderano un trattamento personalizzato che, associato con una forte alleanza terapeutica, determina un’esperienza positiva. Una scarsa alleanza terapeutica e l’assenza di miglioramenti favoriscono lo “shopping della salute”, ovvero la ricerca da parte dei pazienti di altre opzioni di trattamento, comprese quelle senza evidenze. Questo comportamento può determinare dei miglioramenti nel breve termine, ma non nel lungo periodo, contribuendo così a incrementare l’insoddisfazione.

L’educazione è percepita dai partecipanti come fondamentale per permettere una gestione autonoma del disturbo. La spiegazione del clinico delle strategie e la pianificazione di un piano di trattamento sono percepite di valore importante. Purtroppo molti pazienti riferiscono di ricevere poche informazioni e una scarsa educazione. La mancanza di un processo educativo può portare alcuni pazienti a costruire le proprie conoscenze attraverso ricerche online, senza essere però in grado di riconoscere fonti inaffidabili.

Le linee guida per la gestione del PFP sono sviluppate senza considerare le opinioni e le prospettive dei pazienti. I clinici dovrebbero prendere in considerazione che i pazienti con PFP pretendono una diagnosi, soprattutto per comprendere sintomi e dolore. I clinici dovrebbero esplorare le credenze biomediche dei pazienti, ma anche gli aspetti psicosociali. L’alleanza terapeutica non deve essere sottovalutata e può aiutare ad ottimizzare gli outcome. Molta attenzione deve essere rivolta alla pianificazione di un trattamento personalizzato, adattato ai bisogni e alle risposte del singolo paziente. I pazienti con PFP devono ricevere informazioni sulla natura del dolore, su come modificare e personalizzare gli esercizi e su quali trattamenti privilegiare.

Barber P, Lack SD, Bartholomew C, Curran AJ, Lowe CM, Morrissey D, Neal BS. Patient experience of the diagnosis and management of patellofemoral pain: A qualitative exploration. Musculoskelet Sci Pract. 2021 Oct 28;57:102473.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34740149/

Se hai domande, suggerimenti o riferimenti a studi scientifici interessanti, condividili qui!