Correre fa male alle ginocchia?

Ogni persona sana ha corso almeno una volta nella vita, anche la più sedentaria, indicando l’estrema confidenza con questa attività. Siamo nati per correre, indipendentemente dal fatto che ci possa non piacere la corsa. La corsa è un’attività presente in quasi tutti gli sport che conosciamo ed è probabilmente l’attività fisica più praticata al mondo.

Correre riduce il rischio di mortalità per cause generali, per malattie cardiovascolari e per tumori rispettivamente del 27%, 30% e 23%. L’aspetto interessante è che potrebbe non esistere un’associazione significativa tra dosaggio della corsa e benefici. Ovvero, anche una dose minima di corsa, ad esempio una volta a settimana o circa 50 minuti a settimana, ha dei benefici sulla riduzione del rischio di mortalità. Dato che potrebbe incoraggiare anche le persone con poco tempo a disposizione per l’esercizio fisico.

Correre fa male alle ginocchia!

Quante volte abbiamo sentito medici e fisioterapisti – ovviamente nessuno di loro runner – pronunciare queste parole? Tantissime. Così spesso da far nascere ovviamente qualche dubbio. Durante la corsa il nostro corpo è sottoposto ad una forza di reazione al suolo fino a 4 volte il peso corporeo, per migliaia di chilometri, anno dopo anno. Come possono carichi ripetitivi non essere pericolosi e non predisporre, nel lungo tempo, a infortuni o a danni delle strutture anatomiche del ginocchio? Eppure, alla linea di partenza di molte competizioni podistiche – comprese maratone e ultratrail! – possiamo incontrare sempre più frequentemente runner non più giovanissimi, talvolta con più di 70 anni, con un’esperienza di corsa impressionante – ovvero, che praticano questo sport da tantissimi anni. Runner senza segni evidenti di artrosi di ginocchio, con artrosi asintomatica o con sintomi lievi tali da non impedire la partecipazione agli allenamenti e alle competizioni. Certo, questo è semplicemente un aneddoto e non può essere considerato come evidenza scientifica. Ma la ricerca scientifica cosa ci mostra sulla relazione tra corsa e artrosi di ginocchio?

I risultati della revisione sistematica con meta-analisi di Alentorn-Geli et al. (2017) hanno mostrato che la corsa, praticata a livello amatoriale, ha un effetto protettivo sull’insorgenza di artrosi di ginocchio (e di anca). I runner amatoriali hanno un rischio minore di artrosi di ginocchio (3.5%) rispetto alle persone sedentarie (10.2%) e ai runner professionisti (13.3%). Gli autori non sono stati in grado di determinare il dosaggio ottimale della corsa. Probabilmente non esiste un parametro ideale e universale (in termini di distanze percorse, intensità, velocità, frequenza, etc.); l’esposizione alla corsa deve essere raccomandata in relazione alle caratteristiche dell’individuo (esperienza, adattamento, attività lavorativa, infortuni precedenti, comorbilità, etc.). Quindi, la corsa amatoriale può essere raccomandata in sicurezza per migliorare lo stato di salute generale di una persona.

Heckelman et al. (2020) hanno quantificato con la risonanza magnetica i cambiamenti dello stato biochimico della cartilagine di femore, tibia e rotula nell’immediato e 24 ore dopo una corsa di 5 km e 16 km su treadmill. I risultati dello studio hanno mostrato una deformazione delle cartilagini esaminate nell’immediato, con cambiamenti significativamente maggiori dopo la corsa di 16 km, ma con un recupero completo dopo 24 ore. Di conseguenza, nonostante sia impossibile definire il carico necessario per stimolare o danneggiare la cartilagine, la corsa con distanze moderate (fino a 16 km) può essere considerata sicura nei runner asintomatici.

Horga et al. (2019, 2020) hanno indagato gli effetti sul ginocchio, nel breve e lungo termine, della partecipazione ad una maratona. 44 runner principianti, sani e asintomatici, iscritti alla loro prima maratona (London Marathon 2017), sono stati valutati con risonanza magnetica 2 mesi prima di iniziare un programma di allenamento graduale e progressivo di 4 mesi (quindi 6 mesi prima della maratona) e 15 giorni e 6 mesi dopo lo svolgimento della competizione. I risultati hanno mostrato che l’allenamento e la partecipazione alla maratona sono stati associati con un miglioramento, e in alcuni casi con una regressione, delle alterazioni presenti pre-maratona, come gli edemi ossei e le lesioni cartilaginee dei comparti femororotuleo e femorotibiale. Inoltre, al follow up a 6 mesi, non sono state osservate nuove alterazioni e le poche alterazioni evidenziate nel breve termine dopo la maratona (risonanza magnetica dopo 15 giorni dalla competizione) hanno mostrato una regressione. I sostanziali benefici della corsa evidenziati 6 mesi dopo la partecipazione ad una maratona indicano che la corsa può essere utile nel ridurre il rischio di artrosi di ginocchio nel lungo termine.

Per indagare l’impatto sulla cartilagine di ginocchio della corsa su distanze estreme, Schütz et al. (2020) hanno analizzato gli effetti sulla cartilagine femorotibiale della partecipazione alla TransEurope FootRace del 2009, ultramaratona transcontinentale multistage di 4486 km. Lo stato biochimico della cartilagine di ginocchio di 22 ultra endurance runner è stata valutata con risonanza magnetica prima della partenza e dopo una distanza percorsa media di 1100 km, 2800 km e 3700 km e a un follow up a 7 mesi dal termine della competizione. I risultati dello studio hanno mostrato un’alterazione della cartilagine – una degradazione della matrice condrale – nei primi 1100 km e un recupero rapido e completo nella distanza successiva. Questi dati confermano la capacità della cartilagine di ginocchio di riorganizzarsi e adattarsi al carico e contraddicono l’ipotesi che la corsa su distanze estreme possa essere associata con un aumento dell’incidenza e della gravità dell’artrosi di ginocchio.

Ma quali sono gli effetti della corsa nei runner con artrosi di ginocchio sintomatica e diagnosticata con le indagini strumentali (ad esempio, con le radiografie)? Il primo studio che ha cercato di rispondere a questa domanda è stato quello di Lo et al. (2018). Interessante, i risultati di questo studio osservazionale multicentrico, con follow up a 4 anni, hanno mostrato che nelle persone con un’età ≥ di 50 anni con diagnosi di artrosi di ginocchio, la corsa non è associata con un peggioramento del dolore o con una progressione delle alterazioni strutturali. Inoltre, i runner hanno  un miglioramento maggiore del dolore, se confrontati con chi non corre, suggerendo il potenziale beneficio della corsa nelle persone con artrosi di ginocchio. Di conseguenza, la corsa non deve essere sconsigliata alle persone con artrosi di ginocchio. Ovviamente, volume, intensità e frequenza dovranno essere stabiliti in base alla presentazione clinica individuale. Qualche runner sarà costretto a ridurre le distanze percorse, ma sarà sempre meglio correre meno rispetto ad abbandonare la corsa per sempre!

#RememberingEd

Non esiste alcun motivo per consigliare ad un runner di abbandonare la corsa, se l’obiettivo è “proteggere” le ginocchia. Inoltre, la corsa riduce il rischio di malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2, demenza, ipertensione, ictus. Quindi, perché smettere di correre? Se sei in grado di correre, continua a farlo! E ricorda che “Non importa essere veloci, l’importante è non avere paura!” (Born to Run – Christopher McDougall).

Bibliografia essenziale

Pedisic Z, Shrestha N, Kovalchik S, et al. Is running associated with a lower risk of all-cause, cardiovascular and cancer mortality, and is the more the better? A systematic review and meta-analysis. Br J Sports Med. 2020;54(15):898-905.

Alentorn-Geli E, Samuelsson K, Musahl V, Green CL, Bhandari M, Karlsson J. The Association of Recreational and Competitive Running With Hip and Knee Osteoarthritis: A Systematic Review and Meta-analysis. J Orthop Sports Phys Ther. 2017;47(6):373-390.

Heckelman LN, Smith WAR, Riofrio AD, et al. Quantifying the biochemical state of knee cartilage in response to running using T1rho magnetic resonance imaging. Sci Rep. 2020;10(1):1870. Published 2020 Feb 5.

Horga LM, Henckel J, Fotiadou A, et al. Can marathon running improve knee damage of middle-aged adults? A prospective cohort study. BMJ Open Sport Exerc Med. 2019;5(1):e000586. Published 2019 Oct 16.

Horga LM, Henckel J, Fotiadou A, et al. Is the immediate effect of marathon running on novice runners’ knee joints sustained within 6 months after the run? A follow-up 3.0 T MRI study. Skeletal Radiol. 2020;49(8):1221-1229.

Schütz U, Ehrhardt M, Göd S, Billich C, Beer M, Trattnig S. A mobile MRI field study of the biochemical cartilage reaction of the knee joint during a 4,486 km transcontinental multistage ultra-marathon using T2* mapping. Sci Rep. 2020;10(1):8157. Published 2020 May 18.

Lo GH, Musa SM, Driban JB, et al. Running does not increase symptoms or structural progression in people with knee osteoarthritis: data from the osteoarthritis initiative. Clin Rheumatol. 2018;37(9):2497-2504.

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