Aumento del rischio di emicrania nei pazienti con disturbi temporomandibolari

Con il termine “disturbo temporomandibolare” (TMD) si intendono sintomi clinici correlati a disfunzione dell’articolazione temporomandibolare (ATM), dei muscoli masticatori e delle strutture anatomiche adiacenti. L’eziologia di questi disturbi è multifattoriale (comprende abitudini parafunzionali, postura e fattori neurologici), la masticazione e altre funzioni aggravano la condizione e la maggior parte di questi pazienti presenta limitazione o asimmetria nella apertura della bocca. I sintomi correlati ai TMD sono mal di testa, rumori articolari (clic, pop e crepitio) e dolore cranio-maxillo-facciale.

L’emicrania si manifesta di solito su un lato della testa con dolore lancinante o sensazione pulsante, spesso associati a fotosensibilità, vomito e nausea, può durare diverse ore e interferire con le normali attività. I farmaci potrebbero alleviare alcune emicranie e prevenirle, quando combinati con soluzioni di auto-aiuto e stili di vita più sani, potrebbero aiutare a gestire questo problema.

L’International Classification of Headache Disorders (ICHD) ha classificato l’emicrania in due tipi: con e senza aura. In base a questa classificazione, un’aura deve presentarsi con almeno tre dei seguenti sei sintomi: diffusione graduale per più di 5 min, due o più sintomi che si verificano in successione, ogni singolo sintomo dell’aura dura 5–60 min, almeno un sintomo dell’aura è unilaterale, almeno un sintomo dell’aura è positivo e l’aura è accompagnata o seguita entro 60 minuti da mal di testa. Un’aura può manifestarsi con disturbi visivi, inclusi punti ciechi, lampi di luce, formicolio su un lato del viso o difficoltà a parlare ed è nota per alcuni soggetti come segnale di avvertimento prima dell’emicrania.

Un’emicrania senza aura è il tipo più comune di emicrania, può presentarsi con vari sintomi nelle sue fasi iniziali, dura dalle 4 alle 72 ore e ha almeno due delle seguenti caratteristiche del mal di testa: intensità da moderata a grave, localizzazione unilaterale, aggravamento dovuto all’attività fisica e qualità pulsante. Uno o più sintomi associati come nausea/vomito e fotofobia/fonofobia potrebbero verificarsi durante l’attacco. Inoltre, gli attacchi di emicrania senza aura non devono essere attribuibili a un altro disturbo.

La maggior parte dei sintomi dolorosi sono transitori e sono correlati a una lesione o malattia specifica che può essere curata, ma sfortunatamente alcuni tipi di dolore sono cronici. Sia i TMD che l’emicrania potrebbero essere le principali cause di dolore cronico nell’area orofacciale. Molti pazienti con TMD hanno diverse condizioni di comorbilità, oltretutto studi precedenti su pazienti con TMD hanno rivelato che le condizioni di comorbilità sono la ragione per cui il 50% dei pazienti con TMD richiedono cure per i sintomi e per il 20% dei pazienti con disabilità a lungo termine causata dal dolore. È quindi essenziale che eventuali condizioni di comorbidità e le loro influenze sugli esiti clinici siano identificate e valutate dai clinici che gestiscono i pazienti con TMD.

Alcuni studi hanno riscontrato un’associazione tra TMD ed emicrania, probabilmente indotta da relazioni anatomiche, neurologiche ed emotive. Precedenti studi hanno riportato che l’emicrania è correlata al dolore al naso, ai denti, all’ATM e alle aree cervicali, tuttavia la maggior parte degli studi si è basata su un numero limitato di partecipanti o questionari soggettivi, per cui lo scopo di questo studio è stato indagare l’associazione tra TMD ed emicrania mediante uno studio longitudinale, utilizzando i dati sulla popolazione di una coorte di screening sanitario nazionale.

Questo studio ha valutato l’associazione tra TMD ed emicrania calcolando il rapporto di rischio di emicrania dopo diagnosi di TMD, utilizzando un’ampia serie di dati (Korean National Health Insurance Service-Health Screening Cohort, rappresentativo della popolazione coreana) che è stato raccolto da dentisti e medici che hanno eseguito esami oggettivi. Il rapporto di rischio statisticamente significativo per l’emicrania era 2,10 nel gruppo TMD rispetto al gruppo di controllo, risultati coerenti nelle analisi dei sottogruppi in base all’età e al sesso. Questi risultati dimostrano che la presenza di TMD potrebbe aumentare il rischio di emicrania. Il rapporto di rischio per l’emicrania con aura non ha raggiunto la significatività statistica, tuttavia rapporto di rischio per l’emicrania senza aura era significativo in ogni sottogruppo.

L’associazione tra TMD ed emicrania è nota come collegamento bidirezionale: entrambe le condizioni potrebbero indurre lo sviluppo di allodinia cranio-maxillo-facciale nel peggioramento del dolore, sintomo associato a sensibilizzazione periferica e centrale. I TMD potrebbe attivare la sensibilizzazione centrale e ridurre la soglia del dolore nell’emicrania, inoltre, le abitudini parafunzionali e i TMD dolorosi associati potrebbero anche aumentare il rischio di emicrania cronica. Sulla base dei risultati del presente studio, i clinici potrebbero considerare la possibilità di miglioramento nell’emicrania tramite il trattamento dei TMD.

In conclusione, questo studio ha dimostrato che i pazienti con TMD hanno un rischio maggiore di emicrania e questo suggerisce che i clinici possono ridurre questo rischio nei pazienti con TMD gestendo adeguatamente questa condizione. Secondo gli autori, tuttavia, questo studio non ha dimostrato che tutte le emicranie potrebbero essere prevenute o gestite solo trattando i TMD. Questo studio ha semplicemente dimostrato che i TMD potrebbero essere un fattore che influentza l’emicrania, quindi i clinici dovrebbero essere consapevoli della presenza di TMD nei pazienti con emicrania: se i sintomi di TMD si riscontrano nei pazienti con emicrania, questi sintomi devono essere gestiti. Inoltre, i clinici dovrebbero anche determinare la presenza di emicrania nei pazienti con TMD: se l’emicrania è confermata, i pazienti devono essere indirizzati allo specialista per un’ulteriore valutazione e trattamento.

Byun SH, Min C, Yoo DM, Yang BE, Choi HG. Increased Risk of Migraine in Patients with Temporomandibular Disorder: A Longitudinal Follow-Up Study Using a National Health Screening Cohort. Diagnostics (Basel). 2020 Sep 20;10(9):E724.

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32962244/

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