L’importanza dell’ecografia in riabilitazione

Una buona conoscenza dell’anatomia è vitale per lo sviluppo di una fisioterapia efficiente. A tale scopo, l’ecografia ci offre la possibilità di studiare il corpo umano in modo completo e topografico.

È un eccellente strumento scientifico che offre al fisioterapista la possibilità di convalidare e personalizzare le tecniche di trattamento, dando un rigore scientifico e preciso alla professione.

L’ecografia è, per tanto, fondamentale per la valutazione dei tessuti molli (tendine, muscoli, borse, legamenti, tessuto cellulare sottocutaneo, viscere, nervi periferici, vasi sanguigni, corticale ossea…) perché oltre ad essere più economico e veloce, di altri test d’immagine, fornisce una valutazione dei tessuti in tempo reale, permettendo di eseguire ispezioni dinamiche(1).

Nel 2006 si è realizzato un Congresso a San Antonio, (Texas), per decidere le basi dell’uso dell’ecografia nella fisioterapia. Viene riconosciuto a livello internazionale l’utilizzo del sistema di valutazione RUSI (Rehabilitative UltraSound Imaging) e pubblicato nella rivista JOSPT. Accettato dal WCPT (Associazione Mondiale dei Fisioterapisti) nel Congresso di Las Vegas del 2009 e nel 2011, è stato creato un sottogruppo chiamato ISEAPT (International Society in Electrophysical Agents)(2)

Nel congresso del 2006 i partecipanti hanno concordato che RUSI è una procedura utilizzata dai fisioterapisti per valutare la morfologia dei muscoli e dei tessuti molli e la loro funzione durante l’esercizio fisico. Il RUSI viene utilizzato per assistere nell’applicazione di interventi terapeutici finalizzati al miglioramento della funzione neuromuscolare(2). L’ecografia a scopo riabilitativo, fornisce un metodo unico per valutare la morfologia e il comportamento dei muscoli, con una chiarezza che fino a poco tempo fa dipendeva da tecniche costose e invasive. L’ecografia consente la visualizzazione diretta della struttura e della funzione muscolare durante compiti statici e dinamici.(2) Con l’avanzare della tecnologia e nuovi strumenti, è importante che i professionisti comprendano che questi strumenti offrono benefici al paziente in modo sicuro ed economico. L’applicazione clinica di RUSI da parte dei fisioterapisti è in crescita esponenziale.(2)

Sappiamo che: i muscoli profondi della regione lombopelvica  forniscono un effetto stabilizzante locale di questa regione.(3) Di conseguenza, vi è la necessità di strumenti, come RUSI, che siano in grado di misurare accuratamente i vari aspetti della loro funzione (controllo neuromuscolare, forza, resistenza e azione di supporto).(2) Nell’ultimo decennio, i ricercatori hanno scoperto che i modelli di attivazione della muscolatura profonda sono diversi nei soggetti con lombalgia (Low Back Pain LBP) rispetto ai soggetti sani(4-7),infatti si sono portati a termine una serie di studi scientifici con l’utilizzo dell’ecografia per rilevare l’atrofia muscolare, come nel caso della muscolatura multifida nella zona lombare in pazienti con (LBP).(8) La mancanza di supporto muscolare localizzato può essere per tanto una delle ragioni dell’elevato tasso di recidiva della lombalgia dopo l’episodio iniziale.(9) L’utilizzo del RUSI ci permette di prescrivere esercizi mirati al controllo motorio, dove sono stati osservati effetti favorevoli sul dolore, invalidità e recidiva del LBP. (2,9) L’articolo pubblicato nel 2007 da Jackie Whittaker(10), descrive  un metodo di misura dei muscoli addominali dello spessore di ciascuno strato muscolare (retto addominale 35%, obliquo  esterno 21%, obliquo interno 28% e trasverso del addominale 14%) con differenze significative tra soggetti sani e soggetti con LBP.(10) L’uso del ecografia quindi, è utile per dare maggior qualità alle nostre valutazioni.

Grazie ad un buon allenamento e ad una buona formazione possiamo migliorare le nostre capacità in diversi campi come:

  • La fisioterapia sportiva: essere in grado di valutare la stabilità di un’ articolazione e di verificare se le strutture passive o attive svolgono la loro funzione, la morfologia e lo stato delle varie strutture comunemente colpiti come tendini, muscoli, legamenti ecc…
  • Terapia ginecologica: essere in grado non solo di valutare ma anche di insegnare esercizi per il pavimento pelvico dando un feedback al paziente (eliminando contrazioni paradossali).
  • Pilates: ottimizzare la contrazione dei muscoli stabilizzatori profondi attraverso feedback e una valutazione di infiltrato grasso, controllo motorio e la perdita di sezione trasversale della muscolatura addominale.(10)
  • Fisioterapia respiratoria: possiamo valutare e lavorare le contrazioni del diaframma.

Personalmente credo che RUSI sia di fondamentale importanza, in quanto ci permette di localizzare con maggior precisione il problema, al fine di indirizzare e portare a termine una strategia terapeutica, più efficace e mirata. 

La possibilità di esplorare l’evoluzione, o l insorgenza di eventuali complicazioni,(quale la comparsa di un ematoma dopo una rottura muscolare) rende il trattamento risolutivo e ne riduce  il margine di errore, oltre che il tempo di guarigione. Di ciò il principale beneficiario di tale situazione è il paziente stesso, in quanto si cerca di garantire una maggiore efficacia.

Anche dopo una diagnosi medica  si potrebbero osservare altri tipi di alterazioni, nel caso questi ultimi non fossero di nostra competenza la tempestività nel mettere al corrente il medico preposto potrebbe rivelarsi di grande importanza, nella risoluzione della patologia e di una perfetta sinergia tra: paziente, medico specialista e fisioterapista.

Nel 2008, il fisioterapista Filippo Mechelli pubblicò nella rivista JOSPT un caso clinico, di un paziente con dolore alla schiena, ma ha potuto decretare che in realtà si trattava di un’aneurisma dell’aorta. Filippo Mechelli afferma: “il nostro compito non è formulare una diagnosi in senso medico, ma riconoscere la presenza di segnali d’allarme e chiedere un consulto di un altro professionista sanitario”.(11)

La maggior parte dei risultati delle ricerche scientifici di alta qualità indicano che il RUSI ha buoni livelli di affidabilità del valutatore.(12)

Dott. Andrea Tiberi

BIBLIOGRAFIA

  1. Whittaker, J. L., Teyhen, D. S., Elliott, J. M., Cook, K., Langevin, H. M., Dahl, H. H., & Stokes, M. (2007). Rehabilitative ultrasound imaging: understanding the technology and its applications. journal of orthopaedic & sports physical therapy, 37(8), 434-449.
  2. Teyhen, D. (2006). Rehabilitative Ultrasound Imaging Symposium, May 8-10, 2006, San Antonio, Texas. Journal of Orthopaedic & Sports Physical Therapy, 36(8), A-1.
  3. Hodges, P. W. (2005). Ultrasound imaging in rehabilitation: just a fad?.
  4. Cowan, S. M., Schache, A. G., Brukner, P., Bennell, K. L., Hodges, P. W., Coburn, P., & Crossley, K. M. (2004). Delayed onset of transversus abdominus in long-standing groin pain. Medicine & Science in Sports & Exercise, 36(12), 2040-2045.
  5. Ferreira, P. H., Ferreira, M. L., & Hodges, P. W. (2004). Changes in recruitment of the abdominal muscles in people with low back pain: ultrasound measurement of muscle activity. Spine, 29(22), 2560-2566.
  6. Hodges, P. W., Moseley, G. L., Gabrielsson, A., & Gandevia, S. C. (2003). Experimental muscle pain changes feedforward postural responses of the trunk muscles. Experimental brain research, 151(2), 262-271.
  7. Thompson, J. A., O’Sullivan, P. B., Briffa, N. K., & Neumann, P. (2006). Altered muscle activation patterns in symptomatic women during pelvic floor muscle contraction and Valsalva manouevre. Neurourology and Urodynamics: Official Journal of the International Continence Society, 25(3), 268-276.
  8. Hides, J. A., Stokes, M. J., Saide, M. J. G. A., Jull, G. A., & Cooper, D. H. (1994). Evidence of lumbar multifidus muscle wasting ipsilateral to symptoms in patients with acute/subacute low back pain. Spine, 19(2), 165-172.
  9. Hides, J. A., Richardson, C. A., & Jull, G. A. (1996). Multifidus muscle recovery is not automatic after resolution of acute, first-episode low back pain. Spine, 21(23), 2763-2769.
  10. Teyhen, D. S., Gill, N. W., Whittaker, J. L., Henry, S. M., Hides, J. A., & Hodges, P. (2007). Rehabilitative ultrasound imaging of the abdominal muscles. journal of orthopaedic & sports physical therapy, 37(8), 450-466.
  11. Mechelli, F., Preboski, Z., & Boissonnault, W. (2008). Differential diagnosis of a patient referred to physical therapy with low back pain: abdominal aortic aneurysm. journal of orthopaedic & sports physical therapy, 38(9), 551-557.
  12. Hebert, J. J., Koppenhaver, S. L., Parent, E. C., & Fritz, J. M. (2009). A systematic review of the reliability of rehabilitative ultrasound imaging for the quantitative assessment of the abdominal and lumbar trunk muscles. Spine, 34(23), E848-E856.

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