Piedi piatti: patologia o caratteristica anatomica?

Per molti anni i piedi piatti sono stati considerati una condizione meno efficiente e associata a un rischio maggiore di sviluppare infortuni muscoloscheletrici, durante le attività sportive e quotidiane, per i compensi biomeccanici. Di conseguenza, molti professionisti sanitari hanno proposto strategie di trattamento anche in assenza di sintomi.
Contrariamente a questa teoria, due meta-analisi (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/25558288/ e https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/25598843/) hanno mostrato una debole associazione causale tra i piedi piatti e la sindrome da stress tibiale mediale, il dolore femororotuleo e alcuni infortuni da sovraccarico non specifici dell’arto inferiore, ma non in altri disturbi muscoloscheletrici. Inoltre, i piedi piatti non rappresentano un fattore di rischio per gli infortuni associati alla corsa (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35254562/ e https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/31028658/).
Purtroppo, articoli provenienti da letteratura grigia, siti web, forum di discussione e social media continuano ancora a considerare i piedi piatti come un importante fattore di rischio per l’insorgenza di disturbi muscoloscheletrici o, peggio ancora, come una condizione che necessita di essere trattata anche in assenza di sintomi, ad esempio con plantari o scarpe antipronazione. I professionisti sanitari dovrebbero contribuire a ridurre l’overdiagnosi di piedi piatti asintomatici (e, di conseguenza, trattamenti non necessari), discriminando caratteristiche anatomiche benigne da condizioni potenzialmente dannose, per limitare le conseguenze negative fisiche, psicologiche ed economiche.
In alcuni casi è necessario valutare la morfologia del piede nei contesti clinici per determinare gravità e progressione di una patologia. Ad esempio, un piede piatto acquisito potrebbe essere patognomonico di un disturbo in fase avanzata del tendine del tibiale posteriore. Ma, data la possibilità di overdiagnosi di piedi piatti, piuttosto che concentrarsi solamente sulla morfologia del piede, è doveroso considerare i numerosi fattori della catena cinetica che possono contribuire al disturbo, oltre ai fattori psicosociali. Questo approccio potrebbe contribuire a migliorare le strategie di prevenzione e trattamento di molti disturbi muscoloscheletrici.
In conclusione, i piedi piatti asintomatici non sono in genere una patologia che necessita di attenzione da parte dei professioni sanitari. La valutazione della tipologia dei piedi per determinare il rischio di insorgenza di un disturbo muscoloscheletrico è una strategia inefficace e controproducente. I piedi piatti dovrebbero essere considerati caratteristiche anatomiche sane. È imperativo abbandonare la concezione datata e superata che i piedi piatti rappresentino una condizione problematica e con rischio maggiore di insorgenza di un disturbo muscoloscheletrico. È necessario un cambio di prospettiva e approccio sul significato di piedi piatti, riconoscendo la loro naturale diversità in un contesto generale di salute del piede.
Moisan G, Griffiths I, Chicoine D. Flat feet: deformities or healthy anatomical variants? Br J Sports Med. 2023 Nov 30;57(24):1536-1537.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37586781/
Fisioterapista, MSc, OMPT
Passione Evidence-Based. Con la speranza di diventare un Fisioterapista migliore
https://samuelepassigli.wordpress.com/
https://orcid.org/0000-0003-2862-0116
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